Quello che noi conosciamo ormai in tutto il mondo come
J-Horror altri non è che l'horror cinematografico di matrice giapponese. Non è una cosa così ovvia perchè è difficile che il cinema nazionale punti sull'orrore per intrattenere le masse, ma il genere horror è il più diffuso in Giappone insieme ad altri due grandi filoni: quello poliziesco e quello soft-porno.
Il mostro, in quello che viene definito saiko horaa (psycho horror) è il fantasma. Non ci sono fiumi di sangue, mutilazioni o serial killer vivi o semi-vivi come nelle produzioni hollywoodiane, l'appellativo di "horror psicologico" è dovuto al fatto che l'idea del fantasma, incorporeo e sostanzialmente assente, alimenta con un gioco di vedo/non vedo la paura della paura stessa.
Ma andiamo per ordine.
Il genere kaidan (o kwaidan) è molto antico. Durante il periodo Edo (1600 circa) era uso frequente intrattenersi tra amici raccontando storie dell'orrore, a turno, fino ad arrivare a 100. Alla centesima storia si credeva sarebbe apparso un vero
kai (fantasma o demone). In genere ci si fermava alla 99esima, bastava il brivido di avere la possibilità di scegliere se fare questa esperienza oppure no.
Già allora il fascino dell'orrore era qualcosa al quale era difficile resistere. Dalla tradizione orale il passo alla 'messa in scena' fu breve, iniziando dalle rappresentazioni nel
teatro kabuki.
La tradzione letteraria è venuta dopo. Pare che uno dei primi a mettere per iscritto le leggende che aveva sentito (alcune delle quali affermava di averle verificate di persona) sia stato
Lafcadio Hearn, irlandese naturalizzato giapponese che intorno alla metà dell'Ottocento scrisse volumi ancora oggi tradotti in molte lingue. Nel Novecento il passaggio dal teatro kabuki al cinema, con produzioni magistrali quali Kwaidan di Masaki Kobayashi (1964).
Il cinema giapponese ha conosciuto un lungo periodo di crisi, di pari passo alla crisi economica che ha colpito il Giappone per oltre un ventennio, fino alla fine degli anni Ottanta. Paradossalmente la diffusione dell'home video, che nel resto del mondo ha ammazzato gran parte delle produzioni cinematografiche riducendo drasticamente i budget e il numero di produzioni di qualità, ha rappresentato un'occasione di ripresa per i cineasti giapponesi, che si sono finalmente sentiti liberi di sperimentare nel campo di generi a basso costo (la tv non ha gli stessi costi del cinema) quali il
kaidan eiga (letteralmente "racconto horror", ma viene anche indicato come
saiko horaa, psyco horror), grande passione degli asiatici a causa della lunga tradizione fantasmatica e demoniaca di matrice shintoista dalla quale attinge, e il
pink eiga (soft-porno). La ripresa economica ha portato i primi film horror al cinema all'inizio degli anni '90. Da lì i grandi nomi come
Ringu, che è considerato l'antesignano del genere, sono arrivati alla fama nel resto del mondo grazie ai
remakes hollywodiani realizzati da partire dal 2000.
La passione giapponese per l'orrore non si ferma solo al cinema: il
kaidan esiste anche come genere letterario e molte sono anche le produzioni di manga e anime a tema. In questo forum cercheremo di raccogliere quanti più titoli possibile e di analizzarli per creare un tessuto continuo e quanto più possibile completo.
Edited by FiammadiMare - 10/4/2012, 11:21
